La foto della nonna di Giovanni
Cos’è che ci piace della foto della nonna di Giovanni?
Sì, certo, il roseto, però così diverso che quasi i roseti di oggi non gli assomigliano.
Oh, certo, l’inquadratura, con quel poco di sfocato che l’addolcisce.
Ma soprattutto lo sguardo: l’amore con cui è guardato.
Sì, certo, l’atmosfera, la “luce del meriggio”, anche quel suo porsi leggermente in diagonale che ci parla di uno spazio domestico.
Ma soprattutto lo sguardo, che è tutto quello che si vede non con i soli occhi: le emozioni, i profumi, i ricordi, i sogni, le esperienze, le cose, le persone, le gioie, gli affanni, i desideri… e le spine.
Oh, certo, il bianco e nero che lo sposta lontano nel tempo, in un alone di ricordo.
Sì, certo, ma soprattutto questo: il tempo; quella frazione di secondo che lo ha fissato in un’immagine che sta attraversando gli occhi da più di tre generazioni, che ancora parla, ora che, né la nonna né il roseto, ci sono più.
La foto della nonna di Giovanni non è solo un roseto, è tempo materializzato.
Voi direte che questo vale anche per tutte le cose, foto, disegni, oggetti o quant’altro che sono più vecchi di chi li guarda.
Oh, certo, ma questa è della nonna di Giovanni una foto.
+l. Bergamo 15 dicembre 2017